Feb 132015
 

la mia scatola dei ricordi 2

 

Non c’è un momento preciso,
in cui ti prende la nostalgia e la voglia di ricordi…
I miei ricordi, oltre ad essere impressi nella mia mente e custoditi nel cuore, sono racchiusi lì, nella mia scatola blu che ha un suo posto in cima ad un armadio.

E cosi, qualche sera fa, la tirai giù, sorridendo mentre l’aprivo e pensando, che più che ad una scatola dei ricordi, assomiglia ad un bazar, ad una scatola di colori, un tripudio di colori festosi, che raccontano, raccontano di me…
Sciolsi il nastro che l’avvolge, con il cuore che batteva forte,
quasi col timore di ritrovarla vuota…
E invece no! C’era tutto!

Beh! Quasi tutto…
mancavano solo alcuni sogni
quelli che mi furono “rubati”
e quelli che, invece, regalai.

Sparsi sul letto ogni cosa, tasselli di vita vissuta, tanti preziosi per me…
E ogni ricordo riprese vita, riaccendendo tutte le emozioni che momentaneamente sembravano svanite, perse nella quotidianità, ma non dal cuore…

Rigirai il cubo di Rubik ma ancora una volta ci rinunciai!
Per me l’unica soluzione possibile era quella di staccare i quadratini colorati e attaccarli dove servivano…(eppure c’era chi lo componeva in pochi minuti!)

Soffermai lo sguardo su vecchi fermagli
usati per raccogliere i miei capelli che spesse
volte sfidavano la forza di gravità…

Annusai un fiore ormai privo del suo buon odore
scivolato giù dai fogli di una lettera, tra tante altre lettere…
Ne lessi una frase scritta a fine pagina:
“come potrei vivere senza di te”…

[…Mio Amore, ai tuoi diciotto anni regalai i miei sogni come tu mi regalasti i tuoi e con te vissi tutti quelli più belli…]

Accarezzai un ritaglio di tulle, lo strinsi in una mano, forte, come forte era l’odore nei teatri, silenzioso come un sussurro era l’aprirsi di un sipario, abbaglianti e colorate erano le luci dei riflettori.
Intense emozioni vissute tra le dolci melodie
di Beethoven, per tantissimi anni della mia vita…

Un astuccio semiaperto, mi ritrovai tra le dita una stilografica; aprii un vecchio diario, su un foglio scarabocchiai la mia firma,la stessa firma che avrebbe dovuto siglare la mia professione di futuro medico.

E mentre scrivevo su quel foglio,
fu stavolta una foto, a scivolare dalle pagine di quel diario, come una leggiadra farfalla colorata, e a posarsi al di sopra di tutte le altre cose sparse lì sul letto.
Una piccola foto dove si intravedevano piccole dita,
un minuscolo cuore…

Scostai tutto a farle spazio,l’accarezzai dolcemente portandola alla guancia riprovando l’intensa emozione di quando mi fu mostrata la prima volta…

“Piccola sarai madre”…
mi fu detto da due occhi che fissavano i miei sorridendo e sorridendo strinsi incredula con una mano quel camice bianco…
Si è davvero piccole a vent’anni per essere madre?
No…
Siamo cresciuti assieme, sereni e felici, circondati d’amore, correndo incontro ai colori dell’arcobaleno…
anni trascorsi quasi come in un’eterna vacanza…

[…Una lacrima di felicità riga ancora il mio viso,
in questo momento in cui scrivo ed ha lo stesso sapore di allora…]

Ripercorrendo la stessa sequenza,lentamente,
rimisi ogni cosa nella mia scatola cercando di fare ancora tanto spazio…

Sorridendo riannodai il nastro che l’avvolge, stringendolo, stavolta, un pò più forte…

SemplicementeGiulia

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